Recensioni cinematografiche

Onibaba (Onibaba – Le assassine) – Recensione di Guido Cincotti [Bianco e Nero]

Siamo nel tormentato medioevo giapponese: la guerra civile infuria seminando lutti e miseria. In una capanna nascosta da un fitto canneto, tra la palude e il fiume, una donna anziana e una giovane, suocera e nuora, aspettano che torni il loro uomo. Per sopravvivere, tendono agguati a sperduti «samurai», li uccidono, li depredano, li gettano in un pozzo, vendono le spoglie a un mercante.

Uccellacci e Uccellini (1966) – Recensione di G. B. Cavallaro [Bianco e Nero]

Il film di Pier Paolo Pasolini, Uccellacci e uccellini ha un impianto allegorico, o per meglio dire da parabola. Il regista stesso parla di una «operetta poetica nella lingua della prosa» (come intenzione) dalla struttura magica e malinconica di favola. In altri momenti definisce il suo racconto «ideo-comico»

Accattone (1961) – Recensione di Filippo Sacchi

Credo che ormai sarebbe ingenuo venire a raccontare Accattone al lettore. È da un anno che periodicamente l’Italia è costretta ad occuparsene. Il nostro è un Paese buffo. In nessun altro Paese normale un film come questo sarebbe diventato un affare di Stato.

Barry Lyndon (Barry Lyndon, 1976) – Recensione di Tullio Kezich

Barry Lyndon mette in scena una società violenta, ferocemente classista, dove l’avventuriero gode di una libertà effimera e viene presto emarginato e distrutto. Arricchito dalla più bella fotografia che si sia vista al cinema, il film comunica con stoicismo un sentimento amaro dell’esisten­za e della storia.

Arancia Meccanica (A Clockwork Orange, 1972) – Recensione di Tullio Kezich

Stanley Kubrick ha equamente ripartito il film tra un’immagine agghiacciante del futuro e il grigiore dell’esta­blishment antiquato e cadente. Per ripeterci che l’uomo non può migliorare, il regista ha fatto riecheggiare il romanzo di Burgess in una cassa armonica dagli effetti stereofonici.

Shining (1980) – di Enrico Ghezzi [Il Castoro Cinema]

Vedere, rivedere, stravedere. Sarà possibile inventare uno «stravedere» come possibile ulteriore significato di «to overlook». In ogni caso, Shining è un film da vedere rivedere stravedere, portando la «stravisione» oltre l’intransitività dello «stravedere (per – qualcuno o qualcosa – )». Ed è un film che stravede il cinema e nel cinema, il futuro negli anni ’80.

BARRY LYNDON: SETTECENTO – RECENSIONE DI ENZO UNGARI

Lontano dal cinema di formule e procedimenti a cui rimanda soltanto per la sua mole produttiva, Barry Lyndon si situa in quella zona dove il cinema è invenzione, ricerca, esperimento. Ma dove tutti, coraggiosamente e confusamente, cercano, Stanley Kubrick trova. Non domanda, risponde.