
PETER BOGDANOVICH ON HIS (BRIEF) EXPERIENCE WORKING WITH SERGIO LEONE
My experiences with Leone prove that directors should never collaborate. It is, as Mailer has described it, a totalitarian job.
My experiences with Leone prove that directors should never collaborate. It is, as Mailer has described it, a totalitarian job.
I don’t want to see any more Westerns. This one is the very end, the end of a craft. This one is deadly . . . Leone’s film is completely indifferent towards itself. All it shows the unconcerned viewer is the luxury that enabled it to be made
La violenza è di casa nella famiglia Leone: il padre, regista di oltre cento pellicole ai tempi del muto, inventò Maciste. Il nuovo western di Sergio Leone ha per protagonista una donna: Claudia Cardinale, che impersona una mezzosangue
In Leone’s hands, capitalism itself becomes a mythic force, as much a part of the landscape (it’s embodied here by the building of a railroad across the desert) as the horses or mountain ranges. In criticizing the myth — in filling in the economic relationships American westerns have skipped over —Leone expands and enriches it, which is what the best criticism does.
Così come il mito americano C’era una volta in America è crudele e sentimentale, come gli anni ’30 è più reale di un sogno ed è solo un sogno.
«Credevo fosse un’avventura. E invece era la vita… » (J. Conrad) … Riprendendo questa frase nel corso di un’intervista, Sergio Leone si riferiva al tempo trascorso da quando ebbe l’idea di trarre un film dal libro di Harry Grey A mano armata a quando, finalmente il film è riuscito a farlo
a cura di Gianfranco Graziani Filmcritica: Quali sono state le tappe salienti del tuo incontro con il cinema? Sergio Leone: Il mio rapporto con il
Leone saw his gangster picture as the final ptych in his American triptych— three views of a country passing from anarchic heroism (the West) to revolution for the hell of it (the Revolution) to the beginnings of business-as-usual, through bribes and bullying.
A Fable for Adults by Elaine Lomenzo They asked Claude Lelouch which American director he likes the most and he says. “Sergio Leone!”—Sergio Leone It’s
Once Upon a Time in the West is Sergio Leone’s most American Western, but it is still dominantly and paradoxically European in spirit, at one and the same time Christian and Marxist, despairing and exultant, nihilistic and regenerative.
Profilo di Sergio Leone pubblicato nel numero monografico della rivista Bianco e Nero nel 1971
Certain films contain what I shall call “operatic montage,” a form of montage which manipulates temporal and spatial relations in film, typically to melodramatic ends.
by Richard T. Jameson Early in 1967. United Artists undertook a massive publicity campaign to sell the country on a recent acquisition that had broken
Tullio Kezich recensisce “Per un pugno di dollari”, primo capitolo della “trilogia del dollaro” di Sergio Leone. Articolo pubblicato sulla rivista ‘Bianco e Nero’
‘C’era una volta in America’ e altri ricordi. Il sentimento del passato e degli errori compiuti, il senso del tradimento e del rimorso nel capo d’opera di Sergio Leone. Saggio critico di Morando Morandini
Nel film ‘Il mio nome è Nessuno’ di Tonino Valerii – prodotto da Leone – s’incrociano tre universi del western: l’hollywoodiano classico, quello degli anni ’60 e l’italiano comico
Giù la testa, il più spietato, lucido, egoistico, radicalmente nichilista dei film di Sergio Leone. Saggio critico di Gianni Canova
L’amplificazione dei ritmi e delle pause trova in C’era una volta il West la sua massima celebrazione e ragion d’essere. Saggio di Roberto Pugliese
Pauline Kael reviews Sergio Leone’s “The Good, the Bad and the Ugly”. Published in ‘The New Yorker’, March 2, 1968
di Marcello Garofalo Una località isolata battuta dal vento. Due uomini scendono da cavallo avanzando verso un terzo, loro complice: insieme entrano in un saloon