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Il Banal Grande – L’editoriale di Marco Travaglio [14/01/2024]

Con ironia pungente, Travaglio mette in luce il contrasto tra le aspettative sollevate da figure politiche come Draghi e la realtà delle loro azioni e dei loro risultati
Mario Draghi: Lesa Draghità - L'editoriale di Marco Travaglio

Nel suo editoriale per Il Fatto Quotidiano del 14 gennaio 2024, Marco Travaglio offre una critica tagliente e irriverente della scena politica europea, concentrandosi sulla figura di Mario Draghi. La riunione a porte chiuse della Commissione UE a Bruxelles, con Draghi incaricato di stilare un report sulla competitività europea, è l’occasione per l’autore di sottolineare con sarcasmo il divario tra le rappresentazioni agiografiche di Draghi nei media e le reali politiche da lui attuate. Travaglio descrive Draghi come un salvatore quasi messianico secondo alcuni giornali, mentre evidenzia la superficialità delle analisi proposte nel report, che sembrano ovvietà piuttosto che rivelazioni. L’articolo prosegue mettendo in discussione la coerenza di Draghi, alludendo alla sua politica energetica pro fossili in contrasto con la necessità di una transizione green, e alle sanzioni contro la Russia che hanno finito per danneggiare più l’Europa che il loro bersaglio. Con ironia pungente, Travaglio mette in luce il contrasto tra le aspettative sollevate da figure politiche come Draghi e la realtà delle loro azioni e dei loro risultati.

di Marco Travaglio

La nuova stagione di House of the Dragon è iniziata venerdì nella campagna di Bruxelles, dove Mario Draghi, incaricato dalla von der Leyen di stilare un report sulla competitività europea, ha incontrato a porte chiuse la Commissione Ue. E gli agiografi del culto mariano si sono subito raccolti in preghiera. Il Giornale racconta sobrio “i sorrisi, i baci, gli abbracci con la von der Leyen che gli parla e lo guarda estasiata… Tutti che vogliono mettersi vicino a SuperMario. La star. L’uomo che ha salvato l’euro e domani forse, magari, chissà” (qualunque cosa significhi). Per il Corriere “è parso molto immerso nel suo lavoro”, tipo l’uomo in ammollo. Stampa, Rep e Corriere lo descrivono “in modalità ascolto”. Per Rep “prende appunti e quasi sempre accompagna la sua attenzione con un cenno di assenso del capo”, tipo i pupazzetti sul retro dell’auto. L’esito è di quelli che cambiano la Storia: “non sarà una Bibbia”, ma “un programma di governo” o qualcosa che “gli somiglia molto” (Giornale). E vediamolo, il prezioso incunabolo pregno di rivelazioni folgoranti. Tra Covid e Ucraina, “l’economia Ue ha subìto un progressivo indebolimento… a beneficio di altri Paesi come Usa e Cina”. Ma va? “La guerra in Ucraina ha confermato la fragilità economica e geopolitica dell’Europa” e ora serve accelerare la “transizione green”. Ma non mi dire.

E mentre tutto ciò accadeva Lui era ovviamente su Marte. Mica tagliava le rinnovabili per puntare su fossili, rigassificatori, trivelle e nucleare. Mica guidava il governo meno europeista e più amerikano della storia d’Italia. Mica inviava armi e inventava sanzioni che dovevano piegare la Russia “entro l’estate” 2022 e invece hanno piegato l’Europa. I mariologi assicuravano che le sanzioni a Putin le aveva suggerite Draghi, all’Ue e persino a Biden e alla Yellen, ma sarà stato un sosia omonimo. Sennò non si chiederebbe a chi ha diffuso il virus di studiare il vaccino. Che poi è molto semplice, nella sua genialità: “definire una road map ampia e dettagliata” (non, come si pensava, striminzita e vaga), “identificare chiaramente le priorità” (ecco: non oscuramente), previa “analisi accurata” (giusto: non approssimativa), “aperta all’ascolto di tutti gli stakeholder rilevanti” (evitando quelli che non contano una mazza), “ai contributi di tutti coloro che siano interessati a darne” (bravo: chi non è interessato a darne non ne dà) e “a soluzioni incisive e ambiziose” (giusto: quelle mosce e rinunciatarie no). Quindi il più è fatto. Mancano soltanto gli ultimi lampi di genio: non ci sono più le mezze stagioni, Parigi è sempre Parigi, Venezia è bella ma non ci vivrei, quando c’è la salute c’è tutto, di mamma ce n’è una sola e comunque (per l’eventualità che la road map non funzioni) i soldi non fanno la felicità.

Il Fatto Quotidiano, 14 gennaio 2024

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