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Perché ci odiano – L’editoriale di Marco Travaglio [27/01/2024]

L'editoriale di Travaglio analizza il declino dell'Occidente, rafforzando l'influenza di Russia e Cina, mentre cresce l'odio globale verso le politiche occidentali
Marco Travaglio

Nell’editoriale di Marco Travaglio dal titolo “Perché ci odiano”, si discute l’attuale scenario geopolitico in cui l’Occidente, guidato dalla NATO, appare sempre più isolato e in declino. Travaglio osserva come, nonostante le previsioni che vedevano Putin vicino alla fine, l’autocrate russo rimane saldamente al potere, mentre diversi leader occidentali che lo avevano sottovalutato sono caduti. Mentre l’Occidente dichiara di aver isolato l’Impero del Male russo-cinese, in realtà, Russia e Cina guadagnano nuovi alleati e ampliano la loro influenza. I Brics stanno pianificando una nuova moneta contro il dollaro, e l’Iran aumenta la sua influenza in Medio Oriente. Inoltre, la presenza cinese e russa in Africa si sta espandendo. Travaglio sostiene che l’odio crescente nei confronti dell’Occidente deriva dalla sua politica estera fallimentare, fatta di guerre e sanzioni, che anziché isolare i “barbari”, ne aumenta il sostegno e l’influenza.

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di Marco Travaglio

Da quando la Nato e i suoi trombettieri decisero che Putin aveva le ore contate perché stava per morire, o era già morto (i famosi sosia), o era in default, o stava per essere destituito, o aveva perso la guerra in Ucraina, l’autocrate russo non è mai parso così saldo, mentre quasi tutti i capi di governo che lo davano per finito sono caduti come birilli: Draghi, Johnson, Truss, Rutte, Sanna Marin, Morawiecki, Ódor, e i superstiti Biden, Scholz e Macron non se la passano granché bene. Da quando l’Impero del Bene occidentale ha annunciato di avere isolato l’Impero del Male russo-cinese e si prepara alla terza guerra mondiale per sbaragliarlo, Mosca e Pechino non hanno mai avuto tanti amici dal crollo del Muro di Berlino. I Brics si allargano sempre di più e progettano una nuova moneta contro il dollaro. E ora, grazie ai crimini di Netanyahu e ai balbettii di Biden e della presunta Europa, l’Iran aumenta la sua influenza e il Mar Rosso è preda dei pirati Houthi, che si divertono pure a esibire i loro fotomodelli sulla stampa occidentale guadagnando simpatie, soprattutto da quando l’astuto Impero del Bene li rende pop in tutto l’Islam (e non solo) chiudendo gli occhi e la bocca sui crimini israeliani e bombardando lo Yemen (strepitoso il contrappasso degl’inglesi che combattono la nuova pirateria immemori di quella vecchia dei loro sir Drake e sir Morgan). Intanto in Africa i cinesi comprano terre su terre e i russi allargano la loro influenza anche dopo la morte (presunta) di Prigozhin: a Nord l’alleanza con Haftar in Libia (dove progettano nuove basi militari), a Sud quella col Sudafrica, al Centro il patto con la Repubblica Centrafricana, a sua volta alleata con l’Uganda, e il fronte delle tre giunte golpiste anti-occidentali in Niger, Mali e Burkina Faso che han cacciato i francesi al grido di “Viva Putin”.

Un odio sempre più inestinguibile contro l’Occidente si leva dal Sud e dal Centramerica, dall’Africa, dal Medio Oriente e dal resto dell’Asia e si butta fra le braccia del neocolonialismo russo e cinese. Non perché sia meglio del nostro, ma perché il nostro ha lasciato pessimi ricordi e non facciamo nulla per farli dimenticare. Anzi, perseveriamo con guerre guerreggiate ed economiche che ci rendono ancor più odiosi. Una leadership americana ed europea lungimirante si interrogherebbe sullo tsunami di odio e cambierebbe approccio per arginarlo. Invece il nostro piccolo mondo antico, sempre più isolato, declinante e spopolato, si arrocca sulla difensiva contro i “barbari” e s’illude di isolarli a suon di bombe e sanzioni. Regalando ogni giorno nuovi proseliti al nemico. Come il soldato della barzelletta: “Capitàno, ho preso dieci prigionieri!”; “Bravo, portali subito qui”; “Eh, ma non mi lasciano venire!”.

Il Fatto Quotidiano, 27 gennaio 2024

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