L’unico aspetto che merita rispetto nella Giambruneide è il turbamento di Giorgia Meloni. Il resto è commedia all’italiana. Il povero Tajani, vaso di coccio tra gli acciai dei B. e della premier furiosa, sta per chiedere asilo ad Hamas. Ma il meglio lo dà la stampa di destra. Che, quando B. faceva mille volte peggio di Giambruno — e in onda, non fuori, e da premier, non da giornalista tv, e con escort e/o minorenni, e se ne vantava pure — era schierata anima e lingua con lui: è fatto così, esuberante e scorretto, gli piacciono le donne, beato lui, che male c’è, sempre meglio della sinistra che va a gay e a trans. Sallusti, già adibito a scudo umano, argomentava con la sua logica stringente: “E Kennedy, allora? Se la faceva con Marilyn” (che era maggiorenne, non faceva la escort e Kennedy non chiamò l’Fbi per farla rilasciare dopo un arresto, ma fa niente). E ogni giorno sbatteva sul Giornale un nuovo alibi di ferro che scagionava il latrin lover di Hardcore: “Gli amori privati della Boccassini: fu sorpresa in atteggiamenti sconvenienti con un giornalista di sinistra” (era il suo fidanzato nel 1980 e i due addirittura “si baciavano mentre camminavano” per strada); “Catherine Spaak esordì 17enne nel film La voglia matta vietato ai 14… e il vecchiaccio Tognazzi impazziva per lei”; “Ecco il leader nudo (e in un luogo pubblico). Non è Berlusconi, ma un giovane Nichi Vendola nel campo nudisti a Capo Rizzuto”; “Claudia Mori nel 1985 nel film Joan Lui diretto e interpretato da Celentano (il marito, ndr) indossa un vestito bianchissimo… trasparente ovunque, tutto compreso, seno e pure il resto, il pube s’intende”. Quindi B. era innocente. E Veronica era una “velina ingrata” (Vittorio Feltri dixit su Libero, con foto della Lario svestita in palcoscenico).
E ora contrordine maschilisti! Son diventati tutti femministi, e antemarcia: tutti con la donna (quella che comanda) e contro lo sporcaccione. Sallusti sul Giornale, anzi il “Giorgiale”: “Meloni dimostra coerenza… la fermezza che le ha permesso di scalare la montagna della vita e della politica”, mentre Giambruno “non ha capito di che pasta è fatta questa donna”, “forte ma dolce”. Da Libero ti aspetteresti il sequel della velina ingrata, o della patata bollente. Invece si riesuma la Fallaci: “Giorgia, la rabbia e l’orgoglio”. Straziante l’editoriale “La lezione di una leadership” dell’ex portavoce Mario Sechi, che non riesce a scollare la lingua di lì. E, siccome Giorgia dice di aver mollato Andrea “da tempo” (il 2 ottobre erano a teatro da Pio e Amedeo), Libero retrodata la rottura al 2021, perché nel libro di Giorgia “Andrea appare come papà di Ginevra e non l’uomo della vita”. A saperlo prima, oggi Mediaset non dovrebbe cacciarlo: perché non gli avrebbe dato un programma.
Il Fatto Quotidiano, 22 ottobre 2023