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L’hanno rimasto solo – L’editoriale di Marco Travaglio [05/12/2023]

Nell’editoriale di oggi Marco Travaglio ribadisce un concetto sposato – da lui e dal suo giornale – sin dall’inizio delle ostilità: la guerra in Ucraina è destinata a concludersi con una sconfitta dell'Ucraina.
Time Cover - Zelensky: Nobody believes in our victory

Nell’editoriale di oggi Marco Travaglio ribadisce un concetto sposato – da lui e dal suo giornale – sin dall’inizio delle ostilità: la guerra in Ucraina è destinata a concludersi con una sconfitta dell’Ucraina, anche a causa dell’atteggiamento di Zelensky, che ha seguito le indicazioni degli Stati Uniti e della NATO, invece di cercare un compromesso con la Russia. L’articolo cita diversi esempi a sostegno di questa tesi:

• Il capo delle forze armate ucraine ha dichiarato che l’Ucraina ha perso la guerra sul campo.
• Gli Stati Uniti e la NATO hanno accusato Zelensky di aver perso la guerra per non aver fatto di testa sua.
• L’ex premier israeliano Bennett ha ricordato che Biden e Johnson hanno bloccato un’intesa Mosca-Kiev per un cessate il fuoco nel marzo 2022.
• Zelensky ha rinviato le elezioni del 2024 perché teme di perdere.
• Sua moglie non vuole che si ricandidi, temendo di restare vedova in una guerra civile.
• Il sindaco di Kiev ha detto che la democrazia ucraina somiglia alla Russia.
• L’ex presidente ucraino Poroshenko ha accusato Zelensky di “involuzione autoritaria”.

Infine, Travaglio richiama Paolo Mieli a non polemizzare con argomenti che non sono stati precedentemente sostenuti e a non dimenticare le proprie affermazioni passate.

di Marco Travaglio

Mesi fa, all’ennesima lista di putiniani, scrivemmo a mo’ di battuta che presto o tardi tutti avrebbero abbandonato Zelensky e sarebbe toccato a noi, noti servi di Putin, difenderlo. Mai fare battute. Infatti il momento è già arrivato. E il capo delle forze armate certifica la sconfitta sul campo in polemica con Zelensky. Usa e Nato accusano Zelensky di aver perso la guerra (persa in realtà da loro) per non aver fatto di testa sua (invece ha fatto di testa loro). E premono perché tratti dopo averlo spinto a non farlo, anzi a vietare per decreto i negoziati in attesa della disfatta russa, del default di Mosca e della caduta di Putin. Come ha ricordato l’ex premier israeliano Bennett, Biden e Johnson bloccarono l’intesa Mosca-Kiev da lui propiziata per un cessate il fuoco nel marzo 2022: mezzo milione di morti fa. Zelensky rinvia le elezioni del 2024 perché teme di perdere pure quelle, con buona pace della propaganda sul popolo schierato come un sol uomo con lui e con la guerra a oltranza fino all’ultimo ucraino. Sua moglie non vuole che si ricandidi, temendo di restare prematuramente vedova in una guerra civile scatenata dagli oltranzisti nazistoidi che lo ritengono troppo debole e i trattativisti filoccidentali che lo giudicano troppo rigido. Il sindaco di Kiev dice che la famosa democrazia ucraina somiglia alla Russia: noi lo sospettavamo almeno da quando Zelensky mise fuorilegge gli undici partiti di opposizione, ne arrestò il capo, unificò le tv in un solo canale di propaganda ed epurò ministri, generali e autorità locali con accuse di corruzione non suffragate dai magistrati. L’ex presidente filo-Usa Poroshenko tenta di incontrare il filo-putiniano Orbán e i conservatori Usa e Ue, ma viene fermato alla frontiera e accusa Zelensky di “involuzione autoritaria”. Ora, se non lo salva Bruno Vespa, interveniamo noi.

Ps. Paolo Mieli, polemizzando con un giornale a caso, dice che chi vide giusto fin dall’inizio aveva torto perché, senza le armi Nato e Ue all’Ucraina, Putin sarebbe arrivato a Kiev (o, secondo la teoria Servergnini, a Lisbona). Paolino, non fare il furbo. Nato e Ue non ci competono. Noi abbiamo sempre chiesto che l’Italia non inviasse armi a Kiev (in base all’art. 11 della Costituzione, non poteva farlo e infatti non l’aveva mai fatto in 75 anni con alcun Paese non alleato), ma solo aiuti difensivi, finanziari, sanitari e alimentari. E si facesse mediatrice di una tregua e di un compromesso con S. Sede, Israele, Turchia e Cina per salvare il salvabile di un Paese destinato alla distruzione e al massacro senz’alcuna speranza di sconfiggere la Russia. Quindi non polemizzare con ciò che in questi 21 mesi non abbiamo mai detto, ma con ciò che abbiamo detto. E, se puoi, non scordarti ciò che hai detto tu.

Il Fatto Quotidiano, 5 dicembre 2023

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