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Bugiardi, pazzi e criminali – L’editoriale di Marco Travaglio [28/2/2024]

Marco Travaglio critica con veemenza le strategie occidentali e le narrazioni mediatiche relative al conflitto in Ucraina, sottolineando come queste si siano rivelate non solo inefficaci ma anche controproducenti.
Marco Travaglio

Nel suo editoriale del 28 febbraio 2024 su Il Fatto Quotidiano, Marco Travaglio critica con veemenza le strategie occidentali e le narrazioni mediatiche relative al conflitto in Ucraina, sottolineando come queste si siano rivelate non solo inefficaci ma anche controproducenti. Travaglio descrive una serie di fasi dell’intervento occidentale, dalla fornitura di armi a Kiev, alle sanzioni contro la Russia, fino alle aspettative di un crollo interno russo che non si sono mai concretizzate. Mette in luce l’attuale avanzata russa che smentisce le narrazioni di una presunta debolezza russa e critica le recenti dichiarazioni di Zelensky e Macron, considerandole disperate o deliranti. In particolare, Travaglio attacca la proposta di Macron di inviare truppe di terra in Ucraina come esempio di follia politica che rischia di amplificare il sostegno a movimenti estremisti in Europa. Conclude evidenziando l’ironia della situazione in cui l’unica soluzione pacifica e razionale, ossia la negoziazione, rimane ignorata, nonostante fosse stata presa in considerazione dallo stesso Zelensky nei primi stadi del conflitto.

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di Marco Travaglio

In principio erano le armi a Kiev per sconfiggere la Russia e le sanzioni per mandarla in default. Poi le settantatré malattie di Putin per condurlo alla tomba. Poi il golpe di Prigozhin, o chi per esso, per rovesciarlo come lo zar. Poi la prima controffensiva ucraina, la seconda e la terza, una più irresistibile dell’altra. Poi l’Armata Rotta che ha finito gli uomini, le divise, le munizioni, i missili, i carri armati, le navi e tutto il resto, “combatte con le pale del 1869” e “le dita al posto delle baionette” e batte in ritirata. Ora che l’avanzata russa in quel che resta dell’Ucraina spazza via gli ultimi brandelli di balle dei media europei e soprattutto italiani, ne servono disperatamente di nuove. Ed ecco pronto il fornitore ufficiale, Zelensky, che annuncia liste di putiniani da zittire (si pensava fossero i pacifisti, poi si è saputo che sono russi da espellere: in pratica è furibondo perché i russi sono filo-russi) e ripete che Putin è pronto a invadere l’Europa. Nessuno sa con quali mezzi, uomini e soprattutto motivi, visto che fatica pure a prendersi l’intero Donbass e attaccò l’Ucraina proprio perché non era ancora entrata nella Nato e non rischiava la guerra atomica. Ma sono quisquilie: ci vuole un Recovery bis da centinaia di miliardi per la guerra alla Russia. Cioè: siccome è morto Navalny, facciamo morire altre decine di migliaia di ucraini. Macron si porta avanti col lavoro: “Inviare truppe di terra in Ucraina perché la Russia non vinca questa guerra”, anche se purtroppo “non c’è ancora consenso”. Che costui, spirito guida dei nostri centrini, fosse il politico più stupido d’Europa era noto: ora si sa che è anche il più folle. Con l’aria e i sondaggi che tirano, l’idea di mandare al macello migliaia di giovani europei in una guerra già persa per salvare la faccia tosta sua e di altri leader morenti gonfierà vieppiù i consensi della Le Pen e di tutte le destre dell’Ue. Così alle Europee del 7 giugno vedrà che bel consenso avrà la sua guerra in un continente definitivamente fascistizzato grazie a lui e a quelli come lui.

L’unica opzione che questi manigoldi escludono a priori è negoziare prima che la sconfitta di Kiev e Nato diventi disfatta, con un compromesso che salvi il salvabile (i pezzi di Ucraina ancora in piedi e gli ucraini ancora vivi). Quello che si stava facendo due anni fa in Turchia subito dopo l’invasione russa. Il 28 marzo 2022 un pericoloso putiniano dichiarò: “Lo status neutrale e non nucleare dell’Ucraina siamo pronti ad accettarlo: se ricordo bene, la Russia ha iniziato la guerra per ottenere questo. Poi servirà discutere e risolvere le questioni di Donbass e Crimea. Ma capisco che è impossibile portare la Russia a ritirarsi da tutti i territori occupati: questo porterebbe alla Terza guerra mondiale”. Il suo nome era Volodymyr Zelensky.

Il Fatto Quotidiano, 28 febbraio 2024

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