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Bianco, rosso e verdini – L’editoriale di Marco Travaglio [02/01/2024]

Travaglio sottolinea l'ironia della corrente situazione di Matteo Salvini, ora legato ai Verdini che un tempo attaccava
Bianco, rosso e verdini - L'editoriale di Marco Travaglio [02/01/2024]

In questo editoriale, Marco Travaglio tratta con un tono decisamente sarcastico la situazione di Matteo Salvini, colto in una tempesta di indignazione riguardo agli attacchi contro Tommaso e Denis Verdini, parenti stretti della sua fidanzata. Nonostante Salvini abbia speso gli ultimi anni a denunciare le azioni e l’integrità di figure come i Verdini, ora si trova in una posizione scomoda a causa dei legami familiari della sua compagna. Travaglio punta il dito contro questa ironia del destino, evidenziando come Salvini abbia attaccato ferocemente i Verdini per poi trovarsi a frequentare la loro casa. Il pezzo si conclude con una nota pungente: chissà cosa farà Salvini quando scoprirà tutto questo, certo sarà un bel vedere!

* * *

di Marco Travaglio

Salvini è giustamente indignato per gli attacchi a Tommaso e Denis Verdini, l’uno arrestato e l’altro indagato (perché già agli arresti) per gli appalti truccati all’Anas. I due galeotti non sono omonimi della sua fidanzata Francesca Verdini: sono il fratello e il padre di lei, cioè il quasi cognato e il quasi suocero di lui. Chi attacca loro attacca lei e dunque lui. Ovviamente “a orologeria” (lo fanno per mandargli di traverso il cotechino e le lenticchie). Il peggiore è un politico che da Verdini padre è letteralmente ossessionato: negli ultimi otto anni gli ha dedicato più tweet di quelli riservati alle sue principali passioni (prosciutti, salami, formaggi, migranti, Boldrini e gattini).

Il 2.10.15, appena Verdini mollò FI per fondare Ala, fiancheggiare Renzi e cofirmarne la schiforma costituzionale, twittò: “Fini, Alfano e Verdini: mi fanno schifo i traditori”.

Il 6.10.15 rincarò: “Discuto e dialogo con tutti. Ma di una cosa sono certo: dove ci sono gli Alfano e i Verdini non c’è la Lega!”.

Il 24.1.16 strillò: “Verdini dice: ‘Se il centrodestra sarà guidato da Salvini, io voterò per Renzi’. Bene, non ci serve il voto di poltronari e traditori”.

Il 21.2.16 tuonò: “Renzi dice che con Verdini ha ‘uno strano amore’. Questa è la coppia di fatto più pericolosa per gli italiani”.

Il 25.2.2016 passarono le unioni civili: “Renzi: ‘Ha vinto l’amore’. Sì, quello fra Renzi e Verdini. Che schifo”.

Il 18.9.16 giurò: “Se ti chiami Formigoni, Verdini, Fini o Scajola non mi interessi”.

Il 5.10.16 ululò: “Sono schifato! Stanno cambiando la Costituzione Verdini, che canta, Renzi e Alfano”.

Il 12.11.16 promise: “Chi sta con Alfano e Verdini non sarà mai nostro alleato”.

Il 16.11.16 domandò alla claque di giureconsulti: “Devo cambiare in peggio la Costituzione per vedere la faccia di Renzi, Alfano e Verdini sui libri di storia?”.

Il 28.11.16 annunciò una legge per abolire Denis e i suoi simili: “Nella mia riforma chi cambia partito dovrebbe dimettersi. Lo proponemmo al Pd, ma loro stanno con Alfano e Verdini”.

Il 30.11.16 spiegò: “Non voglio imbarcare gente che ha cambiato 37 partiti e ha già fregato gli italiani, vedi Alfano e Verdini”. E non disdegnava neppure il più bieco giustizialismo a orologeria.

Il 15.11.16, venti giorni prima del Referenzum, sparò: “Uno dei padri costituenti della nuova Costituzione è Verdini, per cui sono stati chiesti altri 4 anni di galera”.

L’1.12.16, a tre giorni dalle urne, chiese “un voto per mandare a casa Renzi, Boschi, Alfano, Verdini”. I quali persero il referendum, ma non andarono a casa. In compenso a casa di Verdini, nel frattempo bipregiudicato, iniziò a recarsi un giorno sì e l’altro pure il politico che insultava Verdini un giorno sì e l’altro pure: il suo nome era Matteo Salvini. Appena Matteo Salvini lo scopre, gli fa un culo così.

Il Fatto Quotidiano, 2 gennaio 2024

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