Forecast: Kyiv’s Diminished Chances of Victory, Yet No One Admits It
The political dilemma of our time is this: The European Union entered the war in Ukraine without a strategy, and thus without a plan for the aftermath. Now that Ukraine has lost the war, the aftermath is upon us, and no one knows what to do. The increasingly corrupt EU leadership has lost its way.
Let’s start with the panic spreading through Atlanticist circles, including the Corriere della Sera, with Paolo Mieli‘s semi-tragic articles forced to acknowledge Ukraine’s crumbling situation. The exception is Fazzolari, Deputy Secretary to the Council Presidency, who, in a Medjugorje-style apparition at Atreju, envisions Ukraine triumphing over Russia. There’s no battlefield where Ukrainians aren’t being decimated daily, much like Mario Draghi‘s reputation. He swore on Russia’s defeat and is now, paradoxically, Macron’s pick for the next European Commission President – a testament to the logic that those who garner no votes climb to the top. The truth is, Ukraine is finished, but those who supported the war can’t admit it. Ukraine lost because it fights for an unachievable goal: to liberate five regions – Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk, and Lugansk. Draghi is possibly the world’s most failed politician after Ursula von der Leyen, yet also the most celebrated.
Ukraine is collapsing, as even Budanov, Zelensky’s head of military intelligence, admits. Soldiers no longer want to fight, and the latest mobilization has failed. With the tolling of death knells, Budanov stated: “The question arises: all the people who wanted to join [the army], have joined. Who do we call now? Unfortunately, there won’t be a good answer. If we don’t find motivation for them, no matter how many people – forcefully, voluntarily, or based on some legal norms – we push into the army, their efficiency will be almost zero. This is what’s happening recently, and we must frankly acknowledge it.” Ukrainians fleeing abroad to avoid fighting are so numerous that Zelensky has had to significantly increase the number of women enlisted.
If things go well for Crosetto, it’ll be terrible: he’ll be the Defense Minister who has to face the music. This explains his eagerness to involve the Italian Parliament in the decision to send the eighth “package” of arms to a walking dead, kept alive by NATO’s revitalizing therapy that killed a country to expand to Russia’s border, plunging the EU into recession and thousands of Italian families into poverty. Panicked, Crosetto risks a crash from his towering height, and Salvini wants to avoid being crushed beneath. Hence, Salvini is reluctant to send more arms or demands this be the last funeral convoy. If things go well, it’ll be a disaster. It’s what happens when corrupt leaderships can no longer lead, as Vilfredo Pareto’s theory of elite circulation suggests.
The corrupt support each other, explaining why Ursula von der Leyen is likely to be the next NATO secretary and Draghi, the future president of the European Commission.
Il Fatto Quotidiano, December 19, 2023
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Ucraina. Ormai l’Ue ha perso la guerra e Crosetto non vuole perdere la faccia
Previsioni. Kiev non ha più modo di vincere, ma nessuno vuole ammetterlo
Il problema politico del nostro tempo è questo: l’Unione europea è entrata nella guerra in Ucraina senza una strategia e, quindi, senza un’idea del “dopo”. Siccome l’Ucraina ha perso la guerra, il dopo è arrivato. E nessuno sa che cosa fare. La classe dirigente dell’Unione europea, sempre più corrotta, ha smarrito la capacità di guida.
Ma procediamo con ordine iniziando dal panico che si sta diffondendo in tutti gli ambienti atlantisti, Corriere della Sera incluso, con gli articoli semi-tragici di Paolo Mieli costretto a riconoscere che in Ucraina tutto crolla. Fa eccezione il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Fazzolari che, in piena apparizione mariana in stile Medjugorje ad Atreju, ha visto l’Ucraina vincere trionfalmente sulla Russia. Praticamente non c’è punto d’attrito in cui gli ucraini non vengano massacrati tutti i giorni come la reputazione di Mario Draghi che aveva giurato sulla sconfitta della Russia e adesso viene addirittura proposto da Macron come prossimo presidente della Commissione europea in base alla logica secondo cui chi non prende nemmeno un voto occupa le posizioni apicali. La verità è che l’Ucraina è finita, ma tutti coloro che hanno sostenuto questa guerra non possono dirlo. L’Ucraina ha perso la guerra perché combatte per un obiettivo che non può raggiungere ovvero liberare cinque regioni: Crimea, Kherson, Zaporizhzhia, Donetsk e Lugansk. Draghi è probabilmente il politico più fallito del mondo dopo Ursula von der Leyen e anche il più celebrato.
Dicevo che l’Ucraina crolla, come afferma persino Budanov, capo dei servizi segreti militari di Zelensky, il quale parla di soldati che non vogliono più combattere e dell’ultima mobilitazione abortita. Con le campane a morto in sottofondo, Budanov ha detto ieri: “Si pone la seguente domanda: tutte le persone che volevano venire [nell’esercito], sono venute. Chi viene chiamato ora? Purtroppo non ci sarà una risposta buona. Se non troviamo una motivazione per loro, allora non importa quante persone – forzatamente, non forzatamente o in base ad alcune norme legali – spingeremo nell’esercito, la loro efficienza sarà quasi nulla. In linea di principio, questo è ciò che sta accadendo di recente, e anche questo deve essere riconosciuto con franchezza”. Gli ucraini che scappano all’estero per non combattere sono talmente tanti che Zelensky ha dovuto accrescere vertiginosamente il numero delle donne arruolate.
Se tutto va bene, a Crosetto andrà malissimo: sarà il ministro della Difesa che dovrà metterci la faccia. Questo spiega l’ansia con cui vorrebbe investire il Parlamento italiano della decisione di inviare l’ottavo “pacchetto” di armi a un morto che cammina grazie alla terapia rivitalizzante della Nato che ha ammazzato un Paese per espandersi al confine con la Russia mandando l’Unione europea in recessione e migliaia di famiglie italiane sul lastrico. In preda al panico, Crosetto rischia di schiantarsi al suolo dall’alto dei suoi due metri e Salvini vorrebbe evitare di trovarsi sotto. Per questo motivo Salvini non vorrebbe inviare altre armi o, in alternativa, chiede che questo sia l’ultimo convoglio funebre. Se tutto andrà bene, sarà un disastro. Accade sempre quando le classi dirigenti si “corrompono” e non sono più in grado di guidare, nel senso inteso dalla teoria della circolazione delle élite di Vilfredo Pareto.
I corrotti si sorreggono tra loro. Il che spiega perché Ursula von der Leyen sarà probabilmente la prossima segretaria della Nato e Draghi il futuro presidente della Commissione europea.
Il Fatto Quotidiano, 19 dicembre 2023
