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Cause ed effetti esistono in natura come in guerra

“Nulla viene dal nulla”. “La natura non fa salti”, procede per gradi. Nella natura le cose vanno così, e questo è il principio che serve a capirne i fenomeni. Lo stesso principio governa gli eventi storici, se li si vuole capire, comprendere, indirizzare diversamente, metterli su un altro percorso, sottrarli all’ineluttabile, evitare gli errori fatti.

di Eugenio Mazzarella*

Ex nihilo nihil fit, “nulla viene dal nulla”. È Lucrezio, nel De rerum natura. Natura non facit saltus, “la natura non fa salti”, procede per gradi. È formula scolastica, ripresa da Linneo e Leibniz. Nella natura le cose vanno così, e questo è il principio che serve a capirne i fenomeni. Checché ne pensi l’ambasciatore israeliano all’Onu, Gilad Erdan, lo stesso principio governa gli eventi storici, se li si vuole capire, comprendere, indirizzare diversamente, metterli su un altro percorso, sottrarli all’ineluttabile, evitare gli errori fatti.

Biden, che invita Israele a non commettere gli stessi errori fatti dagli Usa dopo le Torri gemelle, fortunatamente sul punto sembra più informato dell’ambasciatore di Israele. Non credo che un diplomatico possa permettersi la rabbia. Ecco perché penso che all’ambasciatore israeliano all’Onu – e al suo ministro degli Esteri, che ha rifiutato di incontrare Guterres – sia venuta meno la logica elementare delle cose, nell’attaccare in modo così virulento il Segretario generale dell’Onu , accusandolo di giustificare l’attacco terroristico di Hamas il 7 ottobre.

Guterres ha detto due verità. La prima, ribadita due volte nel suo discorso, che il terrorismo di Hamas è inescusabile e indifendibile. La seconda, con le sue parole, che “è anche importante riconoscere che gli attacchi di Hamas contro Israele non nascono dal nulla, considerando che i palestinesi sono sottoposti a 56 anni di occupazione soffocante. I palestinesi hanno visto la loro terra costantemente divorata dagli insediamenti, tormentata dalla violenza, la loro economia soffocata, la loro gente sfollata e le loro case demolite; le loro speranze di una soluzione politica alla loro situazione sono svanite”. Cinquantasei anni di occupazione militare della Striscia di Gaza, aggiungiamo noi, solo fittiziamente sotto controllo palestinese, o meglio controllata, fatta controllare da Hamas dalla politica di Netanyahu per indebolire l’Autorità palestinese di Abu Mazen e allontanare sine die la prospettiva già malcerta di uno Stato palestinese, sono stati il brodo di cultura di risentimento, frustrazione, rabbia che hanno costruito le fortune di Hamas nei territori palestinesi e l’esito terroristico della sua azione politico-militare. È un’evidenza sottolineata anche da autorevoli osservatori israeliani. Questo ha detto Guterres, ribadendo anche in replica alle accuse di Erdogan la sua condanna di Hamas.

Che il governo di Netanyahu non voglia vederla questa realtà è del tutto in linea con la politica che ha seguito per più di un decennio. Guterres ha detto due verità, le responsabilità ingiustificabili dell’attacco terroristico di Hamas e l’oppressione pluridecennale del popolo palestinese. Queste due verità non si elidono a vicenda, ma si sommano. E bisogna ragionare a partire da questa somma. È l’unico modo per portare a zero i torti reciproci delle due parti e di garantire loro una possibilità di convivenza e di pace. Ogni altro punto di vista è oltranzismo nazionalistico di parte e porterà alla rovina la regione, costringendoci a sperare o a fingere di credere che la rovina si fermerà li.

Israele non può chiedere al Segretario generale dell’Onu, motivata da esigenze di sicurezza frustrate dal fallimento della sua intelligence e da una scelta strategica di non concedere nulla a una statualità palestinese decente, una franchigia dal diritto umanitario, mettendo per altro i suoi alleati di fronte alla scelta del diavolo con noi o contro di noi, e peggio con noi contro i palestinesi. Il vero salto che si può fare nella storia, e in politica, non è quello logico di eventi senza cause prossime e remote, dove il solo accennarle è “giustificare”. Questa è propaganda, e mettere avanti le proprie ragioni come fossero tutte e solo le ragioni in campo. Il vero salto che si può fare nella storia, soprattutto quando va a rovescio dell’umanità, è quello di una volontà politica che vada da un’altra parte di come sono andate, e cambi una realtà in terra di Palestina inaccettabile per tutti. Una realtà dove tra terrorismo e coventrizzazione di Gaza (il raderla al suolo, come fece la Luftwaffe a Coventry e poi replicarono gli alleati sulle città tedesche) rischiano di avere ragione solo i morti innocenti dell’una e dell’altra parte.

*Ordinario di Teoretica all’Università degli Studi di Napoli Federico II, è filosofo, politico (del Pd) e poeta

Il Fatto Quotidiano, 27 ottobre 2023

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