Il grido | Recensione di Filippo Sacchi
Invito alla censura: non strozzare Il Grido di Antonioni
Invito alla censura: non strozzare Il Grido di Antonioni
La Notte, Last Year at Marienbad, La Dolce Vita
LʼAvventura is a study of the human condition at the higher social and economic levels, a study of adjusted, compromising man — afflicted by short memory, thin remorse, easy betrayal.
Con Blow up Antonioni ci ha dato il suo film più personale, dopo Il grido, quello in cui meglio ci comunica le sue inquietudini di uomo di cinema. («La realtà io l’ho conosciuta fotografandola quando ho cominciato a riprenderla con la macchina da presa, un po’ come in Blow up; in questo senso credo che sia il mio film più autobiografico. È stato proprio fotografando e ingrandendo la superficie delle cose che io ho cercato di scoprire quello che c’era dietro. Non ho fatto altro nella mia carriera».)
Quasi privo di musica (un flauto nel deserto, una chitarra nell’ultima inquadratura) Professione reporter è forse il più bel film “muto” degli ultimi cinquantanni, quello in cui meglio viene orchestrata la voce del silenzio. Chi dopo Blow up pensava che Antonioni non sarebbe riuscito a superarsi sbagliava.
Will Blow-Up be taken seriously in 1968 only by the same sort of cultural diehards who are still sending out five-page single-spaced letters on their interpretation of Marienbad?
by Charles Thomas Samuels Rome, July 29, 1969 The living room of Antonioni’s apartment, where this interview took place, reflects intellectual restlessness rather than a
As the creator of such meticulously crafted and psychologically penetrating films as L‘Avventura, Red Desert and Blow-Up, 55-year-old Michelangelo Antonioni has earned a lofty but controversial niche among cinematic chroniclers of the problems that beset modern man.
È il male del secolo, tutti ne siamo affetti. Matti incurabili, l’unico conforto ci viene dal tenere per mano un bambino e dall’avere coscienza della nostra condizione. La colpa di tutto? Innanzi tutto, della civiltà industriale.
Contributi critici del regista cinematografico Michelangelo Antonioni, del critico letterario Giulio Cattaneo, dello storico del cinema Fausto Montesanti e dello sceneggiatore Giorgio Prosperi. Con una nota critica di Lino Del Fra.
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