Ho avuto stamane una lettera senza firma. L’anonimo si duole che all’omaggio a Charlie Chaplin, alla Fenice di Venezia, la sera del 3 settembre scorso, non fossero presenti molti registi e autori italiani.
Il film di Hitchcock è un capolavoro di precisione, il frutto di un’organizzazione implacabile e di una sapienza cinematografica che potrebbe sbalordirci, se avessimo tempo.
L’ironia di Kubrick resta sempre fredda, il suo umorismo sereno, forse perciò più toccante. Si limita a prospettare l’eccezionale come raggiunto e quindi divenuto usuale, quotidiano, fine a se stesso.
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