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La conseguenza (The Aftermath) – Recensione di Peter Travers

Keira Knightley e Alexander Skarsgard ci danno dentro in inconsistente film ambientato nella seconda guerra mondiale

Keira Knightley e Alexander Skarsgard ci danno dentro in inconsistente film ambientato nella seconda guerra mondiale

Preparatevi ad andare in estasi per questo pasticcio strappalacrime — o no

di Peter Travers

Non ci vuole molto per capire che i problemi di tre piccole persone sono roba di poco conto in questo pazzo mondo. Quei problemi hanno reso immortale la storia d’amore cinematografica tra Bogie e Bergman in Casablanca. Le cose non sono così fortunate per il triangolo amoroso che è al centro di La conseguenza (The Aftermath), un film lento e noioso che non riesce a creare scintille o un briciolo di senso drammatico. Il regista James Kent, che fa un passo indietro dopo il suo straordinario debutto con Testament of Youth, adatta il bestseller di Rhidian Brook del 2013 in uno svenevole romanzo d’appendice che in realtà è roba di poco conto.

Questa è la vicenda nella sceneggiatura di Anna Waterhouse e Joe Shrapnel: la seconda guerra mondiale è finita e la Germania è a pezzi. Durante la fase di ricostruzione ad Amburgo, gli ufficiali britannici hanno occupato le case migliori. Ma il colonnello Lewis Morgan (Jason Clarke) ha optato per una soluzione da gentiluomo. Lui e la moglie Rachael (Keira Knightley) — la quale odia i tedeschi — condivideranno la grande casa che hanno requisito con il suo proprietario, l’architetto locale Stephen Lubert (Alexander Skarsgård) e permetteranno al vedovo e alla sua rancorosa figlia adolescente Freda (Flora Thiemann) di condividere il posto con loro. In soffitta, ovviamente. Ci sono dei limiti alla condivisione.

In realtà è tutto una scusa per permettere a Rachael e Stephen di darci dentro mentre il colonnello è fuori a fare quello che fanno i colonnelli. Non scegli la bellezza di Knightley e Skarsgård per farli struggere d’amore, solo lasciando immaginare come sarebbe farli spogliare dei costumi d’epoca di Bojana Nikitovic e fare l’amore pazzo e nudo nella luce erotica fornita dal direttore della fotografia Franz Lustig.

Inoltre, non vuoi che il pubblico abbia un sentimento d’odio per due adulteri. La sceneggiatura è rapida nel mostrarci che Stephen è un buon tedesco (odia quei dannati nazisti) e che il matrimonio di Rachael è in difficoltà. Il capitano rifiuta di condividere i suoi sentimenti per una tragedia familiare che ha quasi distrutto le loro vite. D’altra parte, le emozioni di Stephen sono facili da leggere. Il modo in cui sfiora le sue dita contro la spalla di Rachael parla di romanzi rosa che nessuno di noi dovrebbe mai leggere. E se non piangi, c’è una colonna sonora di Martin Phipps, le cui copiose corde piangeranno per te.

Sarebbe davvero stato possibile ricavare un film decente da questo pasticcio strappalacrime? Forse. Le conseguenze della guerra sono un argomento risonante per ogni cineasta disposto a scavare profondamente nella relazione tesa tra i vincitori e i vinti. Ma La conseguenza lo fa solo a parole, scartando rapidamente una sottotrama sul legame di Freda con la gioventù hitleriana (Jannik Schümann) e dando poca attenzione al lavoro del colonnello con i diseredati. Quel che rimane è la soap opera, che si lascia dietro viscidi strascichi che persino gli stellari Knightley, Skarsgård e Clarke non possono ripulire con le loro esibizioni.

Articolo originale: ‘The Aftermath’: Keira Knightley, Alexander Skarsgard Get It On in Flimsy WWII Film, Rolling Stone, March 12, 2019

Traduzione di Chris Montanelli

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